        BMW ha finalmente svelato la R 1300 GS, che, come vi avevo anticipato sul numero 39 di Motosprint, rappresenta una importante rivoluzione, probabilmente anche pi&ugrave; grande di quella che ci fu nel passaggio dalla R 1150 GS alla R 1200 GS. Aggiungo dei dettagli rispetto a quanto scritto la scorsa settimana. Nuovo impianto frenante Polini BMW svela la R 1300 GS  Il design taglia i ponti col passato, in quanto la moto non risulta pi&ugrave; imponente ma compatta, quindi BMW ha dato la precedenza alla guidabilit&agrave;, rinunciando a qualcosa dal punto di vista della moda, che vuole volumi importanti, nel segmento crossover. Il motore boxer, il pi&ugrave; potente di sempre, &egrave; inedito; il cambio &egrave; montato in basso e c&rsquo;&egrave; la tecnologia ShiftCam per variare la fasatura e la corsa delle valvole sul lato di aspirazione. Questa unit&agrave; non solo garantisce prestazioni migliori ma anche un&rsquo;erogazione pi&ugrave; fluida e consumi inferiori rispetto al vecchio propulsore. Parlando di dati, la potenza sale a 107 kW (145 CV) a 7750 giri/min e la coppia a 149 Nm a 6500 giri/min. Sono presenti dei sensori anti detonazione. Le sospensioni, come avevo anticipato, sono state completamente ridisegnate e il telaio principale &egrave; in lamiera, mentre il telaio posteriore &egrave; in alluminio pressofuso. Tante novit&agrave;  BMW promette pi&ugrave; stabilit&agrave; grazie al nuovo Telelever EVO con elemento flessibile e alla guida della ruota posteriore rivista EVO Paralever. La regolazione elettronica delle sospensioni (DSA) &egrave; optional e consente di gestire dinamicamente lo smorzamento e la rigidit&agrave; della molla, compensando le variazioni di carico. Inoltre, la regolazione adattiva dell&rsquo;altezza del veicolo e l&rsquo;assetto sportivo, sempre disponibili come optional, garantiranno maggio re versatilit&agrave;, rendendo la moto adatta sia all&rsquo;uso su strada, sia a quello fuoristrada. Nonostante tutte queste novit&agrave;, BMW ha dichiarato una riduzione del peso di 12 kg rispetto al modello precedente. Di serie ci sono: l&rsquo;ABS Pro, quattro modalit&agrave; di guida, l&rsquo;Engine Drag Torque Control (MSR), il Dynamic Brake Assist (DBC) e l&rsquo;Hill Start Control (HSC), il controllo dinamico della trazione (DTC), il Dynamic Cruise Control (DCC) con funzione frenante. Gli optional pi&ugrave; interessanti sono: l&rsquo;assistente di guida con Active Cruise Control (ACC), l&rsquo;avviso di collisione frontale (FCW), l&rsquo;avviso di cambio corsia (SWW), la modalit&agrave; di guida Pro e l&rsquo;Headlight Pro.        

Motore inedito e sospensioni evolute, per garantire il massimo delle prestazioni sia su strada, sia fuoristada

BMW R 1300 GS: di tutto, di più | Cose di Case

        La prima volta che guidai una BMW S 1000 XR, pensai... &ldquo;Cavolo con questa mi diverto senza rinunciare al comfort!&rdquo;. Effettivamente, la S 1000 XR nasceva per essere un&rsquo;alternativa sportiva alla R 1200 GS; era stata pensata per soddisfare chi scendeva da una moto sportiva per salire su un veicolo adatto a viaggiare, senza rinunciare alle prestazioni. E... caspita, la prima versione della S 1000 XR andava davvero molto forte! Cose di Case: bici, ancora numeri da record L'esempio della BMW  Con la prima versione della S 1000 XR, la BMW aveva compiuto un&rsquo;operazione simile a quella che era stata fatta con la prima versione della R 1200 GS raffreddata a liquido, una moto che voleva avvicinare le prestazioni ma soprattutto il carattere delle moto prodotte dalla KTM; risposta al gas prontissima, sospensioni molto rigide, ciclistica reattiva. Con il passare degli anni, la BMW ha reso la R 1200 GS meno emozionante ma pi&ugrave; fruibile, pi&ugrave; adatta alla tipologia di utenti a cui la Casa tedesca si rivolge. La S 1000 XR ha avuto la stessa evoluzione, partendo da un livello prestazionale decisamente pi&ugrave; elevato; in questo caso, la versatilit&agrave; non ha rubato nulla all&rsquo;emozionalit&agrave;. L&rsquo;ultima versione della S 1000 XR (sopra, la Triple Black) rappresenta ci&ograve; che dovrebbe essere una Crossover nata e cresciuta per l&rsquo;utilizzo su strada. A bordo lo spazio non manca, la sella non &egrave; troppo alta (scelta che aiuta molto durante le manovre) ma sufficientemente distante dalle pedane; tradotto, anche sulle lunghe distanze, non si avvertono fastidi a ginocchia, anche e adduttori. La protezione aerodinamica &egrave; ottima e la moto &egrave; maneggevolissima, caratteristica che rende la S 1000 XR adatta anche alle strade strette, con tante curve. CIV: le BMW di Nova Moto al via della Crossover Cup al Mugello&nbsp; Le Crossover attirano  Il motore &egrave; radicalmente cambiato rispetto al passato. Ora ha una doppia personalit&agrave;. Pastoso e progressivo ai regimi medio-bassi; esuberante agli alti regimi, dove la sua indole Racing prende il sopravvento. Nell&rsquo;uso quotidiano tutto questo si traduce in una notevole versatilit&agrave;, perch&eacute;, a differenza del passato, in molti saranno in grado di gestire un propulsore dalla potenza massima imbarazzante. Altra gradita sorpresa, il funzionamento delle sospensioni semiattive. Il precarico molla viene regolato automaticamente in base alla variazione di peso del veicolo (bagagli, passeggero, eccetera), pertanto, indipendentemente dal tipo di utilizzo, le quote ciclistiche originali rimangono sempre vicine a quelle ideali. In generale, oggi chi non ha velleit&agrave; fuoristradistiche, pu&ograve; guardare tranquillamente nel segmento delle Crossover con cerchi da 17&rdquo;, che sono &ldquo;maturate&rdquo; molto e rappresentano scelte razionali ma emozionali! Cose di Case: bici e numeri       

Motori da SBK, ruote da 17&rdquo;, buona protezione aerodinamica, tanta corsa ruota

Cose di Case: Crossover, le nuove sportive

Alla Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint in programma il 17-18 settembre al Mugello sar&agrave; al via anche una Harley-Davidson Pan America 1250 preparata dalla Concessionaria Onorio Moto di Correggio (RE) che, grazie alla grande passione &ldquo;racing&rdquo;, ha deciso di partecipare alla doppia sfida in terra toscana.  La moto sar&agrave; gestita al box dal Supersonic Racing Team, storica compagine attiva in passato nel CIV, nel Mondiale SBK e nel BSB mentre a guidarla sar&agrave; un pilota del calibro di Alberto Moseriti (nella top ten del mondiale Supermoto S1GP e tra i migliori del campionato AMA Supermoto).   Il programma di gare   Due le gare in programma: il sabato, una doppia speciale off-road, cronometrata, su un facile percorso fettucciato, esterno alla curva del Correntaio. E la domenica, una sfida in pista da otto giri tra le curve e i cordoli tricolori che rendono speciale il Mugello, preceduta da un turno di qualifiche da 20 minuti. Il vincitore dell&#39;evento sar&agrave; decretato dalla somma dei risultati delle due prove e a essere premiati saranno il vincitore assoluto e i vincitori delle singole gare on e off-road.    Come partecipare all&#39;evento   Chi vorr&agrave; partecipare, dovr&agrave; essere in possesso di una licenza Velocit&agrave; o Fuoristrada. Il costo di iscrizione al trofeo &egrave; di 300 Euro mentre quello per la fornitura del doppio treno di gomme Metzeler (da asfalto e da Fuoristrada, compresa assistenza in pista) &egrave; di 510 Euro. Per info, iscrizioni e dettagli, scrivete a: segreteria@civ.tv  La Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint sar&agrave; in diretta su FedermotoTV e verr&agrave; trasmessa anche su Sky Sport MotoGP, oltre ad essere seguita dalla nostra testata sul settimanale cartaceo, sul sito motosprint.it e sui nostri profili social.  Le moto ammesse alla gara     ll regolamento prevede l&rsquo;utilizzo di moto strettamente di serie, con le prescrizioni di sicurezza previste dai vigenti regolamenti FMI. Sar&agrave; possibile sostituire soltanto l&rsquo;ammortizzatore posteriore e gli pneumatici ammessi saranno esclusivamente Metzeler M9RR e Karoo4, di misura 120/70 19 per l&rsquo;anteriore e 170/60 17 per il posteriore.    Alla Crossover Cup potranno partecipare i seguenti modelli:  APRILIA CAPONORD 1200 RALLY - Anno 2015  BMW R 1250 GS / ADVENTURE - Anno 2019  BMW R 1200 GS / ADVENTURE - Anno 2013 - 2016 - 2017  DUCATI MULTISTRADA 950 V2 / V2 S - Anno 2022  DUCATI MULTISTRADA 1100 V4 / V4 S - Anno 2021  DUCATI MULTISTRADA 1200 ENDURO - Anno 2016  DUCATI MULTISTRADA 1260 ENDURO - Anno 2019  HARLEY-DAVIDSON PAN AMERICA 1250 - Anno 2021  KTM 1290 SUPER ADVENTURE - Anno 2015 - 2017 - 2021  TRIUMPH TIGER 1215 - Anno 2018  

La nuova crossover di Milwaukee preparata dalla Concessionaria Onorio Moto di Correggio scende in pista con il Team Supersonic e il pilota Alberto Moseriti

CIV: la H-D Pan America 1250 al via della Crossover Cup al Mugello

        Manca poco all'appuntamento dedicato alle "enduro stradali" in pista. Tra le moto iscritte alla gara del Mugello della Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint, due BMW R 1250 GS allestite da Nova Moto, concessionaria BMW Motorrad di Firenze. Segnatevi la data: il 17-18 settembre si correr&agrave; la tappa unica del primo storico Trofeo dedicato alle Crossover, le regine di vendita del mercato italiano. Cornice dell'evento firmato CIV, Metzeler e Motosprint, sar&agrave; il tracciato toscano, che nello stesso fine settimana vedr&agrave; in azione anche le cinque classi del CIV, impegnate nel penultimo appuntamento della stagione. Il programma di gare   Due le gare in programma: il sabato, una doppia speciale off-road, cronometrata, su un facile percorso fettucciato, esterno alla curva del Correntaio. E la domenica, una sfida in pista da otto giri tra le curve e i cordoli tricolori che rendono speciale il Mugello, preceduta da un turno di qualifiche da 20 minuti. Il vincitore dell'evento sar&agrave; decretato dalla somma dei risultati delle due prove e a essere premiati saranno il vincitore assoluto e i vincitori delle singole gare on e off-road. &nbsp;CIV SBK, Manfredi non disponibile: il team Penta assente al Mugello Come partecipare all'evento  Chi vorr&agrave; partecipare, dovr&agrave; essere in possesso di una licenza Velocit&agrave; o Fuoristrada. Il costo di iscrizione al trofeo &egrave; di 300 Euro mentre quello per la fornitura del doppio treno di gomme Metzeler (da asfalto e da Fuoristrada, compresa assistenza in pista) &egrave; di 510 Euro. Per info, iscrizioni e dettagli, scrivete a: segreteria@civ.tv La Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint sar&agrave; in diretta su FedermotoTV e verr&agrave; trasmessa anche su Sky Sport MotoGP, oltre ad essere seguita dalla nostra testata sul settimanale cartaceo, sul sito motosprint.it e sui nostri profili social. Test Misano, Marquez: "Ho guidato d'istinto, sul finale mi sono divertito" Le moto ammesse alla gara   ll regolamento prevede l&rsquo;utilizzo di moto strettamente di serie, con le prescrizioni di sicurezza previste dai vigenti regolamenti FMI. Sar&agrave; possibile sostituire soltanto l&rsquo;ammortizzatore posteriore e gli pneumatici ammessi saranno esclusivamente Metzeler M9RR e Karoo4, di misura 120/70 19 per l&rsquo;anteriore e 170/60 17 per il posteriore. Alla Crossover Cup potranno partecipare i seguenti modelli: APRILIA CAPONORD 1200 RALLY - Anno 2015 BMW R 1250 GS / ADVENTURE - Anno 2019 BMW R 1200 GS / ADVENTURE - Anno 2013 - 2016 - 2017 DUCATI MULTISTRADA 950 V2 / V2 S - Anno 2022 DUCATI MULTISTRADA 1100 V4 / V4 S - Anno 2021 DUCATI MULTISTRADA 1200 ENDURO - Anno 2016 DUCATI MULTISTRADA 1260 ENDURO - Anno 2019 HARLEY-DAVIDSON PAN AMERICA 1250 - Anno 2021 KTM 1290 SUPER ADVENTURE - Anno 2015 - 2017 - 2021 TRIUMPH TIGER 1215 - Anno 2018 Test Misano, Aegerter: "Com'&egrave; la MotoGP? Devo ancora realizzare"       

Tra le enduro stradali impegnate sulla pista toscana per l'evento a loro dedicato, ce ne saranno due della Casa tedesca allestite dalla concessionaria fiorentina

CIV: le BMW di Nova Moto al via della Crossover Cup al Mugello

        Segnatevi la data: il 17-18 settembre si correr&agrave; la tappa unica del primo storico Trofeo dedicato alle Enduro stradali, le regine di vendita del mercato italiano. Cornice dell'evento firmato CIV, Metzeler e Motosprint, sar&agrave; il tracciato del Mugello, che nello stesso fine settimana vedr&agrave; in azione anche le cinque classi del CIV, impegnate nel penultimo appuntamento della stagione. Due le gare in programma: il sabato, una doppia speciale off-road, cronometrata, su un facile percorso fettucciato, esterno alla curva del Correntaio. E la domenica, una sfida in pista da otto giri tra le curve e i cordoli tricolori che rendono speciale il Mugello, preceduta da un turno di qualifiche da 20 minuti. Il vincitore dell'evento sar&agrave; decretato dalla somma dei risultati delle due prove e a essere premiati saranno il vincitore assoluto e i vincitori delle singole gare on e off-road. Come partecipare alla CIV Crossover Cup by Motosprint  Chi vorr&agrave; partecipare, dovr&agrave; essere in possesso di una licenza Velocit&agrave; o Fuoristrada. Il costo di iscrizione al trofeo &egrave; di 300 Euro mentre quello per la fornitura del doppio treno di gomme Metzeler (da asfalto e da Fuoristrada, compresa assistenza in pista) &egrave; di 510 Euro. Per info, iscrizioni e dettagli, scrivete a: segreteria@civ.tv La Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint sar&agrave; in diretta su FedermotoTV e verr&agrave; trasmessa anche su SkySportMotoGP e seguita dalla nostra testata sul settimanale cartaceo, sul sito motosprint.it e sui nostri profili social. I modelli ammessi all'evento  Il regolamento prevede l&rsquo;utilizzo di moto strettamente di serie, con le prescrizioni di sicurezza previste dai vigenti regolamenti FMI. Sar&agrave; possibile sostituire soltanto l&rsquo;ammortizzatore posteriore e gli pneumatici ammessi saranno esclusivamente Metzeler M9RR e Karoo4, di misura 120/70 19 per l&rsquo;anteriore e 170/60 17 per il posteriore.&nbsp; Alla Crossover Cup potranno partecipare esclusivamente: APRILIA CAPONORD 1200 RALLY - Anno 2015 BMW R 1250 GS / ADVENTURE - Anno 2019 BMW R 1200 GS / ADVENTURE - Anno 2013 - 2016 - 2017 DUCATI MULTISTRADA 950 V2 / V2 S - Anno 2022 DUCATI MULTISTRADA 1100 V4 / V4 S - Anno 2021 DUCATI MULTISTRADA 1200 ENDURO - Anno 2016 DUCATI MULTISTRADA 1260 ENDURO - Anno 2019 HARLEY-DAVIDSON PAN AMERICA 1250 - Anno 2021 KTM 1290 SUPER ADVENTURE - Anno 2015 - 2017 - 2021 TRIUMPH TIGER 1215 - Anno 2018 Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint, ce la racconta Massimiliano Damiani       

Mancano solo tre settimane al via della tappa unica che dar&agrave; il via al primo storico appuntamento della Crossover Cup by Motosprint: ecco cosa c'&egrave; da sapere

Enduro stradali in gara al Mugello: iscrivetevi all'evento del 17-18 settembre

Sono aperte le iscrizioni per la prima, storica edizione della Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint, che si disputer&agrave; nel contesto del Campionato Italiano Velocit&agrave; al Mugello nel fine settimana del 17 e 18 settembre. Il trofeo sar&agrave; riservato alle enduro stradali, ormai da diversi anni vere e proprie &ldquo;regine&rdquo; del mercato italiano, che si daranno battaglia in una tappa unica da disputare sia sullo spettacolare tracciato toscano, sia in un&#39;area off-road dedicata.  Speciale off-road e gara in pista   L&#39;evento si snoder&agrave; attraverso due parti distinte: il sabato si svolger&agrave; una doppia speciale off-road cronometrata in un percorso fettucciato, mentre nella giornata di domenica verr&agrave; disputata una gara in pista dalla durata di otto giri, preceduta da una sessione di qualifiche da venti minuti. Il vincitore assoluto dell&#39;evento verr&agrave; decretato dalla somma dei risultati delle due prove, ma verranno premiati anche il vincitore della prova off-road e di quella su pista.    Regolamento e costi   Il regolamento prevede l&rsquo;utilizzo di moto strettamente di serie, con le prescrizioni di sicurezza previste dai vigenti regolamenti FMI. Sar&agrave; possibile sostituire solo l&rsquo;ammortizzatore posteriore e gli pneumatici ammessi saranno esclusivamente Metzeler M9RR e Karoo4, di misura 120/70 19 per l&rsquo;anteriore e 170/60 17 per il posteriore.  Chi vorr&agrave; partecipare, dovr&agrave; essere in possesso di una licenza Velocit&agrave; o Fuoristrada. Il costo di iscrizione al trofeo &egrave; di 300,00 euro mentre quello per la fornitura del doppio treno di gomme Metzeler (da asfalto e da fuoristrada, compresa assistenza in pista) &egrave; di 510,00 euro. Inoltre, la gara verr&agrave; trasmessa in diretta su FedermotoTV e su Sky Sport MotoGP, venendo seguita anche sul nostro settimanale, sul sito motosprint.it e sui nostri profili social.  Per ulteriori info, iscrizioni e dettagli: https://www.civ.tv/tipologia-documento/modulistica-crossover-cup/ e segreteria@civ.tv  Le moto utilizzabili per la Crossover Cup   APRILIA CAPONORD 1200 RALLY - ANNO 2015  BMW R 1250 GS / ADVENTURE - ANNO 2019  BMW R 1200 GS / ADVENTURE - ANNO 2013 - 2016 - 2017  DUCATI MULTISTRADA 950 V2 / V2 S - ANNO 2022  DUCATI MULTISTRADA 1100 V4 / V4 S - ANNO 2021  DUCATI MULTISTRADA 1200 ENDURO - ANNO 2016  DUCATI MULTISTRADA 1260 ENDURO - ANNO 2019  HARLEY DAVIDSON PAN AMERICA 1250 - ANNO 2021  KTM 1290 SUPER ADVENTURE - ANNO 2015 &ndash; 2017 - 2021  TRIUMPH TIGER 1215 - ANNO 2018 

Si avvicina il weekend del 17-18 settembre, in cui si disputer&agrave; il primo, storico evento riservato alle moto regine del mercato italiano, nella magnifica cornice del Mugello

Aperte le iscrizioni alla Metzeler CIV Crossover Cup by Motosprint

        Gi&agrave; prima della Seconda Guerra Mondiale, BMW era fortemente legata al Motorsport. Indimenticabile la vittoria di Schorsch Meier, al Senior Tourist Trophy del 1939, con una BMW sovralimentata. Nel 1976, la Casa di Monaco conobbe importanti successi sportivi negli USA: l&rsquo;AMA Superbike Championship fu vinto dal pilota inglese Reg Pridmore, in sella alla R 90 S. Speciale BMW: 50 anni di storie e prodotti BMW nel Racing  Nello stesso anno, Steve McLaughlin sal&igrave; sul gradino pi&ugrave; alto del podio nella Daytona 200. Sempre nel 1976, Helmut D&auml;hne e Hans Otto Butenuth festeggiarono il quinto posto nel Production TT; ottennero il migliore tempo con la loro R 90 S ma a causa di un regolamento che si applica a questa categoria, furono inseriti al quinto posto in classifica, dietro a due moto da 250 cm3 e due moto da 500 cm3. La R 90 S, che debutt&ograve; come prodotto di serie nel 1973, fu costruita intorno a un motore bicilindrico e aveva una cilindrata di 898 cm3 , ottenuta aumentando l&rsquo;alesaggio della R 75 da 82 a 90 mm. Erogava 67 CV a 7000 giri/min e 76 Nm a 5500 giri/min. Il cambio a cinque marce era abbinato alla trasmissione finale a cardano. Il telaio aveva una struttura a doppia culla in acciaio, collegato al forcellone oscillante tramite ammortizzatori; la forcella era telescopica. Il cerchio anteriore era da 19&rdquo; (pneumatico 3.25); quello posteriore era da 18&rdquo; (pneumatico 4.00). Davanti, freni a disco da 260 mm &Oslash;; dietro, un tamburo da 200 mm. La storia di BMW, nella produzione di serie ma anche nel Racing, &egrave; legata al propulsore bicilindrico boxer raffreddato ad aria. La Casa di Monaco, con caparbiet&agrave;, ha sviluppato questa soluzione, che, sia dal punto di vista ingegneristico, sia visivamente, &egrave; molto diversa rispetto a quelle della concorrenza. Se nella produzione di serie ci&ograve; che &egrave; diverso pu&ograve; funzionare commercialmente anche senza l&rsquo;evidenza di un vantaggio prestazionale, nel Racing contano i risultati, che BMW ha ottenuto, differenziandosi dagli altri Costruttori. Oggi la moto pi&ugrave; sportiva della Casa tedesca &egrave; la M 1000 RR, che esiste anche grazie ai successi dei bicilindrici boxer. &nbsp; La Parigi-Dakar: R 80 GS   Per BMW, Racing non &egrave; stato solo sinonimo di Velocit&agrave;, anzi, inizialmente i colori BMW M hanno fatto il giro del mondo grazie al fuoristrada, per merito delle BMW R 80 GS ufficiali con cui Hubert Auriol e Gaston Rahier dominarono la Parigi-Dakar nei primi anni Ottanta. Nel 1981, BMW riusc&igrave; vinse il suo primo Rally africano con Auriol, che guid&ograve; la bicilindrica boxer preparata dai tedeschi della HPN. Auriol, dopo la vittoria spieg&ograve; che aveva ottenuto il successo perch&eacute; &ldquo;la moto era perfetta per questo tipo di gara; il motore &egrave; potente ma allo stesso tempo consuma poca benzina. Nel deserto, la R 80 GS &egrave; la migliore moto per correre sulle gobbe e sulle buche, senza caderci dentro&rdquo;. Nel 1983 Auriol vinse di nuovo la Parigi-Dakar, questa volta su una moto costruita a Parigi, con l&rsquo;assistenza di Herbert Schek. Il tre volte campione del mondo di motocross Gaston Rahier si un&igrave; al Team BMW nel 1984, regalando alla Casa di Monaco altri due successi (consecutivi) alla Parigi- Dakar (1984 e 1985). Il Bol d&rsquo;Or: HP2 Sport   Il 14 settembre 2008 la HP2 Sport del Team BMW Motorrad Motorsport concluse il suo programma sportivo con la vittoria di categoria al Bol d&rsquo;Or. La moto numero 71, guidata da S&eacute;bastien Le Grelle, St&eacute;phane Mertens e Brian Parriot si classific&ograve; prima nella Open Class, con circa 43 giri di vantaggio rispetto ai suoi concorrenti, Thierry Capela, Fred Notte e Pierre Solari, in sella alla Ducati, piazzatisi ventinovesimi nella classifica generale. L&rsquo;obiettivo (centrato) di BMW era confermare il potenziale sportivo della HP2 Sport (la bicilindrica boxer raffreddata ad aria pi&ugrave; performante di sempre, nella storia di BMW). In due anni e nove gare, la HP2 Sport ottenne sei vittorie di categoria, portando a termine quattro ventiquattro ore e conquistando un quinto e un sesto posto a Daytona. La Boxer Cup: R 1100 S  Si tratta di un campionato monomarca che, per cinque stagioni, dal 1999 al 2004 si &egrave; disputato in concomitanza con le prove del Motomondiale, con una prova che si correva a Daytona (nel 2003, vinta da un italiano, Roberto Panichi). Al via, in sella alla R 1100 S, molti piloti ed ex piloti famosi, tra cui Luca Cadalora e Randy Mamola. Quel campionato fu un trionfo anche del marketing, infatti, grazie alla Boxer Cup, BMW dimostr&ograve; che un bicilindrico boxer raffreddato ad aria poteva essere sinonimo di sportivit&agrave;. La Power Cup: K 1200 R   Fu l&rsquo;erede della Boxer Cup. La protagonista, K 1200 R, anche in questo caso non &egrave; stata scelta per caso. Questa volta BMW dimostr&ograve; che le sospensioni Telelever (anteriore) e Paralever (posteriore), utilizzate sulle moto da turismo, erano adatte anche all&rsquo;uso in pista, riuscendo a funzionare bene su grossa quadricilindrica in linea, in grado di erogare ben 175 CV. &nbsp; La Superstock 1000 FIM Cup: HP4   La S 1000 RR era nata per garantire elevate prestazioni alla portata di tutti ed &egrave; per questo che ha avuto sempre un ottimo successo commerciale (per diversi anni &egrave; stata tra le prime quattro BMW pi&ugrave; vendute a mondo) e nel Racing, in quelle competizioni che non prevedevano una profonda elaborazione del mezzo. Per questo motivo la S 1000 RR ha dominato a lungo la Superstock 1000 FIM Cup. Il primo successo &egrave; arrivato nel 2010, con Badovini; in quella stagione Ayrton sembrava invincibile, tanto che, dopo poche gare, i suoi avversari compresero che potevano correre puntando al massimo al secondo posto. Nel 2012 e nel 2013 fu Sylvain Barrier a dominare la categoria. Nel 2016 la S 1000 RR &egrave; stata portata al successo da Raffaele De Rosa e nel 2018 (l&rsquo;ultimo anno in cui questa categoria ha gareggiato) da Markus Reiterberger. La stagione tecnicamente pi&ugrave; interessante fu quella 2013; in quell&rsquo;anno BMW schier&ograve; la versione HP4 della S 1000 RR, caratterizzata dalle sospensioni semi attive di serie. Fino a quel momento nessuno pensava che quel tipo di tecnologia, sviluppata per l&rsquo;uso su strada, potesse essere competitiva nel Racing, invece... SBK e FIM EWC: S 1000 RR   La S 1000 RR debutt&ograve; nel 2008, lasciando tutto il mondo a bocca aperta, per merito di un motore eccezionale, che alz&ograve; drasticamente l&rsquo;asticella prestazionale nel segmento delle supersportive di serie. La S 1000 RR non rappresent&ograve; solo un successo tecnico ma anche di marketing. Fu l&rsquo;ultimo tassello di un grande puzzle, che serv&igrave; a dimostrare al mondo che il marchio tedesco non era leader solo nel settore delle moto gran turismo ma anche nel Racing. La S 1000 RR, infatti, &egrave; stata protagonista di un importante programma sportivo, all&rsquo;apice di cui, ovviamente, c&rsquo;era la Superbike. La S 1000 RR SBK debutt&ograve; nel 2009 e anche se BMW Motorrad non aveva un reparto corse con l&rsquo;esperienza di quelli dei migliori competitor italiani e giapponesi, in pochi anni divenne protagonista del campionato. La stagione migliore fu quella del 2012; con Marco Melandri in sella, la S 1000 RR ottenne sei vittorie e il ravennate conquist&ograve; il terzo posto nel mondiale, con 328,5 punti. Infine, il 5 giugno 2022, il BMW Motorrad World Endurancce, grazie alla S 1000 RR, ha conquistato la prima vittoria alla 24 Ore di SpaFrancorchamps. &nbsp; Il Tourist Trophy: S 1000 RR   Prima del 2014, l&rsquo;ultimo successo al Senior TT della BMW risaliva al lontano 1939. Il 2014... Un anno storico, sia per la Casa di Monaco, sia per Michael Dunlop, che in quella stagione, in sella alla quadricilindrica tedesca, fu inavvicinabile; nella stessa settimana, furono infatti ben tre le vittorie di Dunlop in sella alla S 1000 RR. La pi&ugrave; prestigiosa fu senza dubbio quella di sabato 7 giugno, quando sull&rsquo;Isola di Man si svolse la Senior TT, la gara pi&ugrave; importante del Tourist Trophy, con oltre settanta piloti al via, i migliori interpreti delle gare su strada. Per merito delle numerose affermazioni di Michael Dunlop e della S 1000 RR, l&rsquo;edizione del TT che si corse nel 2014 ebbe una risonanza mediatica incredibile; si parl&ograve; molto delle affermazioni di Michael Dunlop e del suo straordinario feeling con la S 1000 RR, che evidentemente aveva delle caratteristiche che ben si s       

Dal bicilindrico boxer, in tutte le sue &ldquo;declinazioni&rdquo;, al 4 cilindri in linea: un viaggio nella storia racing della Casa bavarese&nbsp;

BMW e il Motorsport: dalla R 90 S alla M 1000 RR

        BMW Motorsport GmbH, fondata nel 1972, riunisce tutte le attivit&agrave; motoristiche della Casa tedesca. Sotto questo tetto, per tanti anni ci sono state automobili tecnicamente estreme e innovative, come la BMW 3.0 CSL (Coupe Sport Light Construction). Tecnologia e originalit&agrave;  Parliamo di vetture (anche quelle che hanno corso in F1, come quella utilizzata da Nelson Piquet nel 1983), che inizialmente erano di colore blu, viola e rosso su fondo bianco e che oggi sono associate a inedite grafiche blu/blu scuro/rosso, abbinamento cromatico utilizzato come un plus sportivo (livrea Motorsport) su numerose moto, anche di estrazione turistica. Le moto di BMW hanno iniziato un viaggio verso la sportivit&agrave; dei modelli M attraverso le versioni caratterizzate dalle sigle HP (High Performance). Se oggi esiste la M 1000 RR (il primo modello M), il merito &egrave; anche della HP2 Enduro, della HP2 Megamoto, della HP2 Sport e soprattutto della HP4 Race, un meraviglioso esperimento tecnico, che rappresenta la massima espressione tecnologica di BMW. Il fascino dei modelli HP e del primo modello M arriva da lontano; dalle vittorie al Tourist Trophy, dai successi americani, dalle soddisfazioni ottenute alla Parigi-Dakar. BMW, sia nel Racing, sia nella produzione di serie, ha quasi sempre scelto soluzioni tecniche diverse rispetto a quelle della concorrenza; ha creduto in queste idee, le ha sviluppate anche quando non sembravano quelle migliori, le ha rese efficienti e vincenti, creando dei prodotti non solo differenti ma anche performanti e caratterizzati da una guidabilit&agrave; che identifica il marchio BMW. Solo un Costruttore che pu&ograve; investire molto denaro per sviluppare tecnologia &egrave; in grado di intraprendere con successo queste strade, piene di rischi (la certezza di raggiungere l&rsquo;obiettivo non &egrave; mai scontata) e di costi (quando si sviluppa qualcosa di diverso, non si pu&ograve; attingere al lavoro svolto da altri. Il bicilindrico boxer &egrave; il fulcro di questo lavoro, riassunto in queste pagine. Un antipasto da gustare prima del prossimo numero, in cui parleremo delle moto Racing. The Test: Voge Valico 600 DS, il top Made in China &nbsp; HP2 Enduro   &Egrave; stata presentata nel 2005, lasciando tutti a bocca aperta. Oggi, le moto di grossa cilindrata adatte ad affrontare il fuoristrada estremo sono molte ma all&rsquo;epoca enduro era sinonimo di monocilindriche compatte. La HP2 Enduro nasceva intorno al bicilindrico boxer raffreddato ad aria e olio della R 1200 GS; la versione HP aveva 105 CV, circa cinque cavalli in pi&ugrave; rispetto alla potenza erogata dalla cugina da turismo, che era oltre 20 kg pi&ugrave; pesante. Per la HP2 Enduro, infatti, BMW dichiarava solo 175 kg a secco. Il telaio era a traliccio in tubi d&rsquo;acciaio, all&rsquo;avantreno il Telelever era stato sostituito da una forcella a steli rovesciati e la sella, molto alta, aveva una forma che ricordava quelle delle vere moto da enduro. Niente elettronica, neppure l&rsquo;ABS, poco utile in fuoristrada. La trasmissione finale era sempre a cardano. &nbsp; HP2 Megamoto   Nel 2006 BMW allarga la gamma HP2, presentando la versione Megamoto, ancora pi&ugrave; estrema rispetto alla HP2 Enduro. La potenza del motore boxer, grazie anche allo scarico Akrapovic, sale a 113 CV, il peso dichiarato resta molto contenuto (178 kg a secco). Pur cambiando le quote ciclistiche, adatte all&rsquo;uso su strada, restano il telaio a traliccio in tubi d&rsquo;acciaio (il motore, a differenza della R 1200 GS non ha funzione portante) e la forcella Marzocchi con steli rovesciati di 45 mm &Oslash;. Al retrotreno, al posto dell&rsquo;ammortizzatore ad aria, era stato utilizzato un componente &Ouml;hlins. Inedito l&rsquo;impianto frenante, studiato per l&rsquo;utilizzo sportivo: doppio disco anteriore flottante da 320 mm &Oslash; e pinze a quattro pistoncini contrapposti. Al posteriore, un disco di 265 mm &Oslash;. &nbsp; HP2 Sport   Nel 2007 BMW inizia il suo percorso di avvicinamento alla Velocit&agrave;, con la HP2 Sport (a sinistra, la versione Motorsport, presentata nel 2009), la naturale evoluzione delle versioni che, dagli anni &lsquo;90, erano state protagoniste della Boxer Cup, di cui parleremo approfonditamente nel prossimo numero. Il bicilindrico della HP2 Sport, sempre raffreddato ad aria e olio ma caratterizzato dalla testata con due alberi a camme (i propulsori delle HP2 Enduro e HP2 Megamoto avevano la distribuzione monoalbero) erogava 130&nbsp; CV a 8750 giri/min e 115 Nm a 6000 giri/min ed era in grado di raggiungere i 9500&nbsp; giri/min. Per la HP2 Sport, BMW dichiarava 178 kg a secco. La moto, di serie, era equipaggiata con il cambio servoassistito e con l&rsquo;ABS, disinseribile. All&rsquo;avantreno torna la sospensione Telelever. L&rsquo;impianto frenante &egrave; da Superbike. &nbsp; HP4 Race   Presentata nel 2017 (750 esemplari prodotti), ancora oggi rappresenta la massima espressione tecnologica di BMW Motorrad (e non solo), perch&eacute; equipaggiata con un telaio doppio trave in carbonio di produzione industriale, telaio reggisella autoportante e ruote in carbonio. La potenza massima era di 215 CV a 13.900 giri/min; la coppia massima era di 120 Nm a 10.000 giri/min. Rispetto al propulsore della S 1000 RR, la rotazione massima era passata da 14.200 giri/min a 14.500 giri/min. Aveva un&rsquo;elettronica evolutissima, che non aveva nulla da invidiare a quelle utilizzate sulle Superbike da gara. Il dato pi&ugrave; impressionante era il peso (dichiarati solo 146 kg a secco), che si traduceva in una maneggevolezza difficilmente descrivibile con le parole... &nbsp; M 1000 RR   &Egrave; la prima versione caratterizzata dalla sigla M, che non poteva non essere abbinata a una Superbike, equipaggiata con uno dei migliori motori di serie degli ultimi quindici anni. Il quattro cilindri in linea della M 1000 RR eroga 212 CV a 14.500 giri/min e 113 Nm 11.000 giri/min. Il regime massimo di rotazione (15.100 giri/min) &egrave; superiore anche rispetto a quello della HP4 Race. Il telaio non &egrave; in carbonio (le ruote invece s&igrave;) ma la rigidezza della struttura doppio trave in alluminio &egrave; stata messa a punto per l&rsquo;uso Racing. Sulla M 1000 RR debutta un pacchetto aerodinamico sviluppato per incrementare la stabilit&agrave; alle alte velocit&agrave; e in frenata. Come avviene nel settore auto, anche per questa moto &egrave; stato sviluppato un pacchetto di competizione M. Alcuni accessori saranno proposti anche su altri modelli, appartenenti segmenti di mercato meno sportivi. The Test: Triumph Tiger 1200, una moto "cinque in uno"       

BMW Motorsport, nata nel 1972, &egrave; sinonimo di auto performanti. Dal 2020, il marcho &ldquo;M&rdquo; &egrave; ufficialmente legato anche alle moto

Speciale BMW: 50 anni di sport e prodotti

        Gli inglesi hanno le idee chiare, non c&rsquo;&egrave; che dire. Durante la presentazione stampa della Tiger 1200 hanno dichiarato senza incertezze che l&rsquo;obiettivo principale di queste nuove moto &egrave; spodestare sua maest&agrave; la BMW R 1250 GS dalla cima delle classifiche di vendita. Senza tante ipocrisie. The Test: il ruggito della Kawasaki Versys 1000 Cinque versioni   Un segmento difficile, quello delle maxienduro, in cui non c&rsquo;&egrave; soltanto la GS come player. KTM ha un prodotto ormai pi&ugrave; che collaudato e anche Ducati, con la Mutlistrada V4, &egrave; entrata decisamente a gamba tesa. Triumph per&ograve; vuole esserci in una maniera tutta sua, non scontrandosi direttamente con qualcuno e offrendo invece tanta qualit&agrave; e competenza in ogni situazione di guida. Ecco il perch&eacute; di cos&igrave; tante moto, tre con cerchio anteriore di 19 pollici, due con il 21. Di fatto una vera e propria gamma, realizzata attorno al motore a tre cilindri con trasmissione finale a cardano. Quando gli inglesi affermano di avere progettato un modello partendo da zero, c&rsquo;&egrave; da credergli. Cos&igrave; &egrave; stato per la recente Speed Triple, cos&igrave; &egrave; anche per questa nuova nuova Tiger 1200, che con la precedente versione condivide poco o nulla. Come gi&agrave; anticipato &egrave; disponibile in ben cinque varianti. Le versioni con cerchi in lega da 19 - 18 pollici e sospensioni con 200 mm di corsa sono tre: la GT, la GT Pro e la GT Pro Explorer. Sono quelle pensate per un utilizzo prevalentemente stradale. La Rally Pro e la Rally Explorer, invece, hanno cerchi a raggi da 21 - 18 pollici (tubeless) e corsa delle sospensioni aumentata a 220 mm. Con loro l&rsquo;enduro non &egrave; utopia, anche quello pi&ugrave; impegnativo. Motore ed elettronica   In tutti i casi, le sospensioni sono delle semi attive fornite da Showa e prevedono tra le altre cose la regolazione automatica del precarico dell&rsquo;ammortizzatore. Le moto condividono un tre cilindri simile a quello della recentissima Speed Triple ma qui c&rsquo;&egrave; la fasatura T-Plane (scoppi irregolari) gi&agrave; vista sulla Tiger 900, che ai bassi regimi simula l&rsquo;erogazione di un bicilindrico. Il motore (1160 cm3 , 150 CV a 9000 giri/&rsquo; e 130 Nm) &egrave; collegato a un telaio tubolare in acciaio, al quale &egrave; avvitato un telaietto a traliccio in alluminio. Completano la ciclistica il forcellone &ldquo;Tri-Link&rdquo; accoppiato al cardano e l&rsquo;impianto frenante con pinze anteriori Brembo Stylema M4.30. L&rsquo;elettronica &egrave; completissima e comprende un display TFT da 7&rdquo; e una piattaforma inerziale a sei assi che, oltre a gestire tutti i controlli disponibili (controllo di trazione, mappature, taratura sospensioni), permette di avere a disposizione anche il Cornering ABS. Le modalit&agrave; di guida comuni a tutti i modelli sono Rain (con potenza limitata a 100 CV), Road, Sport, Rider (personalizzabile) e Off-Road, mentre per le sole Rally c&rsquo;&egrave; anche la Off-Road Pro. Le versioni Explorer hanno il serbatoio da 30 litri e promettono 600 km di autonomia (400 km le standard); sono equipaggiate di sensore pressione pneumatici e radar posteriore (fornito da Continental, come l&rsquo;ABS), che tramite un lampeggio sugli specchietti avverte il pilota in caso di presenza di veicoli circostanti. Ecco i pesi: si va dai 240 kg della GT standard fino ai 261 della Rally Explorer, tutti in ordine di marcia. Che sono esattamente 25 kg in meno della precedente versione. Per quanto riguarda i prezzi, si parte dai 19.300 euro della GT standard fino ai 24.600 euro della Rally Explorer. Va per&ograve; considerato che Triumph offre praticamente tutto gi&agrave; di serie e quelle che sembravano cifre spropositate diventano incredibilmente ragionevoli&hellip;soprattutto se confrontate con le dirette rivali. Alla guida  Tutte le Tiger 1200, anche le versioni con serbatoio da 30 litri, hanno un aspetto slanciato ed elegante. La Rally poi, con il verde del serbatoio abbinato al bianco del telaio, sembra un grosso rettile pronto ad attaccare. I dettagli sono curatissimi, una prerogativa ormai di tutte le moto del marchio inglese. Un altro punto a favore &egrave; il generale livello di comfort. La triangolazione sella-pedane-manubrio &egrave; perfetta per piloti di tutte le taglie, con il manubrio largo quanto serve per avere sempre un ottimo controllo. Si sta con il busto dritto, con le gambe vagamente divaricate, in alto ma al tempo stesso ben inseriti nella moto. Ottimo il riparo aerodinamico (la regolazione del plexiglass &egrave; geniale), meno le vibrazioni, che per&ograve; s&rsquo;intensificano soltanto agli alti regimi. La strumentazione &egrave; uno spettacolo di luminosit&agrave; e chiarezza. Il peso c&rsquo;&egrave; ma in movimento non si avverte. Semmai l&rsquo;altezza della sella potrebbe causare qualche grattacapo, soprattutto nel caso della Rally Explorer (875 - 895 mm), alta e pesante. La prima parte del test si svolge su asfalto, lungo una strada ricca di curve. Un banco prova perfetto, che tuttavia ha evidenziato un carattere della moto diverso da quanto atteso. Le carte dicono che il motore sprigiona 150 CV e 130 Nm, numeri da Superbike di qualche anno fa. E in effetti, quando spremuto il tre cilindri esplode in un&rsquo;accelerazione realmente intensa, quasi feroce. Ma lo &egrave; soltanto oltre i 5-6000 giri/&rsquo;. Al di sotto di tale regime, dove ci si aspetterebbe comunque una notevole forza, c&rsquo;&egrave; invece molta regolarit&agrave;. &Egrave; un motore pi&ugrave; raffinato che esplosivo, descrizione che calza perfettamente anche alla ciclistica. Nonostante le dimensioni, la Tiger (soprattutto la GT Pro) trasmette sempre una piacevole sensazione di sicurezza. Non &egrave; una moto corta e nevrotica ma si lancia in curva di slancio, con l&rsquo;avantreno ben piantato a terra e le sospensioni che riescono nel duplice compito di assicurare sostegno e assorbire le irregolarit&agrave; dell&rsquo;asfalto. Ogni strada sembra ben mantenuta e al tempo stesso non si avzvertono strani ondeggiamenti in frenata o accelerazione: magie dell&rsquo;elettronica. &Egrave; una ciclistica sana, equilibrata, che a dispetto della lunga escursione delle sospensioni consente di tenere ritmi elevatissimi, senza richiedere particolari sforzi al pilota, anche dopo centinaia di chilometri, come avvenuto nel nostro caso. Motore e ciclistica sono perfettamente orchestrati dall&rsquo;elettronica, che lavora di continuo per ottimizzare la dinamica di guida, senza farsi (quasi) mai sentire. Eccellente la frenata, potentissima all&rsquo;occorrenza ma al tempo stesso ben modulabile. Solamente quando si esagera con la velocit&agrave; in ingresso di curva emerge una vaga tendenza al sottosterzo, specialmente nel caso delle pi&ugrave; pesanti Explorer. Off road   La seconda parte del test si svolge esclusivamente off-road, su un percorso che alternava sentieri stretti a ripide salite. E come su asfalto, la maxi Tiger convince, soprattutto per la generale sensazione di qualit&agrave;. &Egrave; una moto ben fatta e completa di tutto ed &egrave; un tutto che funziona. In piedi ci si trova bene: le pedane non sono avanzate e il manubrio largo offre un ottimo controllo. Soltanto i pi&ugrave; alti potrebbero desiderare dei riser ancora pi&ugrave; rialzati. Il motore ha un&rsquo;erogazione pastosa, che in fuoristrada aiuta e chi ha coraggio pu&ograve; godere di una spinta realmente intensa, oltre i 6000 giri/&rsquo;. Accusa giusto un leggero on-off. Le sospensioni e il cerchio di 21 pollici sono in grado di superare qualunque ostacolo, senza che l&rsquo;assetto ne risenta pi&ugrave; di tanto. &Egrave; una moto soprattutto stabile di avantreno, anche in situazioni fastidiose come il fango o i guadi melmosi. E con tutta questa stabilit&agrave;, il pilota trova facilmente la fiducia per osare, pi&ugrave; di quanto ci si aspetterebbe leggendo la scheda tecnica. Sorprendente il livello di trazione: in salita si lancia come un treno in velocit&agrave;, specialmente se regolata in modalit&agrave; Off-Road Pro. Nei sentieri pi&ugrave; tortuosi fa rimpiangere giusto un baricentro ulteriormente ribassato (i tecnici hanno gi&agrave; fatto miracoli per abbassarlo) e una massa ancora pi&ugrave; contenuta ma arrivati a queste considerazioni, bisognerebbe chiedersi perch&eacute; si &egrave; scelta una maxi e non una moto da Enduro specialistica. The&nbsp;Test: Yamaha MT-09, salto di qualit&agrave;       

Con una corazzata composta da cinque moto, Triumph vuole imporsi nel segmento maxi enduro come il riferimento della categoria

The Test: Triumph Tiger 1200, una moto "cinque in uno"

        Motor Bike Expo 2020 &egrave; alle porte, tra qualche settimana Veronafiere aprir&agrave; i cancelli al grande Salone internazionale e i vari marchi stanno annunciando man mano le novit&agrave; che saranno presenti in laguna.  RED BULL sar&agrave; main partner di MBE 2020: al centro del padiglione uno il brand di bevande energetiche avr&agrave; un&rsquo;area dedicata e organizzata come un lungo red carpet con i riflettori puntati sulle special in concorso. All&rsquo;esterno, invece, spazio per il celebre Dakar Truck, un truck da deserto impiegato nei pi&ugrave; importanti rally africani che potr&agrave; essere ammirato da vicino e all&rsquo;interno. ESTERNO - Tra gli show pi&ugrave; attesi nelle aree esterne quello degli stuntman nella Motul Arena, che si sfideranno nel contest internazionale. Nell&rsquo;area B1 sar&agrave; protagonista la scuola di guida per le donne in moto &ldquo;Lucchielli Experience&rdquo; alternata a quella di Gianluca Nannelli: i due piloti saranno gli istruttori speciali per le motocicliste in erba. L&rsquo;area B2 sar&agrave; occupata dalla pista off-road, mentre nell&rsquo;area C sar&agrave; per la prima volta a MBE grazie alla collaborazione con il brand Jeep. HONDA occuper&agrave; il padiglione 5 con lo stand pi&ugrave; esteso del Salone: tutta la gamma 2020, comprese le novit&agrave; CBR1000RR-R Fireblade SP, Africa Twin CRF1100L, CMX500 Rebel, le nuove colorazioni della CB1000R. Redmoto curer&agrave; l&rsquo;esposizione delle sue fuoristrada da competizione. Gli appassionati di corse potranno ammirare le moto ufficiali protagoniste di MotoGP, MXGP, EnduroGP e Rally nel 2019. MBE 2020, annunciate tante novit&agrave; per la nuova edizione BMW MOTORRAD porter&agrave; agli occhi degli appassionati l&rsquo;intera gamma R NineT, la collezione di parti speciali di personalizzazione Option 719 - declinata anche su altri modelli, come il campione di vendite R 1250 GS. Probabile anche la premi&egrave;re italiana della concept custom R18/2 e la presenza di altre due factory custom di Monaco. TRIUMPH esporr&agrave; le tre TFC (Triumph Factory Custom) Thruxton, Bobber e Rocket III. Prima italiana per la novit&agrave; Tiger 900 Rally Pro e GT Pro, sicure protagoniste del segmento offroad, il pi&ugrave; richiesto del mercato italiano. Fra le modern classic, di sicuro interesse la presenza della Rocket III GT e R e delle Scrambler 1200 XC e XE. Molto attesa la Bonneville T120 Special Edition dedicata a Bud Ekins, icona del fuoristrada americano e compagno di corse di Steve McQueen. KAWASAKI esporr&agrave; i nuovi modelli Kawasaki, tra cui Z900, Z650, W800 e la Ninja 1000 SX. Una delle protagoniste sar&agrave; senza dubbio la Kawasaki Z H2, l&rsquo;unica naked al mondo dotata di motore Supercharger. All&rsquo;interno dello stand anche lo shop lime green, dove sar&agrave; possibile acquistare tutto l&rsquo;abbigliamento ed il merchandising ufficiale. HAZARD - Matteo Fustinoni di Hazard ha ricevuto, nella scorsa edizione di MBE, un prestigioso riconoscimento da Shinya Kimura. La star del Custom mondiale, famosa per la ricercatezza delle sue realizzazioni a base di alluminio e motori retr&ograve;, ritenne di premiare &ldquo;La Veloce&rdquo; come special pi&ugrave; bella del Salone. Fustinoni porter&agrave; la sua due ruote nello stand. Inoltre, il pubblico potr&agrave; ammirare i primi dettagli di un progetto ancor pi&ugrave; ambizioso, che si chiamer&agrave; Ghisarama: &ldquo;Si tratta di una special ispirata alle Street Racer anni Settanta, spinta da un motore Harley-Davidson ed impreziosita da dettagli che richiamano l&rsquo;iconico motoscafo Riva Aquarama&rdquo;. PUNTO DI FUGA ha annunciato la presenza a Verona di una grande anteprima: &ldquo;A Verona presenteremo in anteprima la boardtracker denominata Gatsby&rdquo; ha anticipato Stefano Martinelli. Mancano solo gli ultimi dettagli del tributo all&rsquo;Art Deco: un ibrido realizzato mettendo insieme particolari prelevati da una rara Brough Superior degli anni Trenta e da una Harley-Davidson del 1981. &ldquo;Questa special l&rsquo;abbiamo realizzata io ed un cliente, ed &egrave; tutta fatta a mano, dal manubrio alle sovrastrutture. Persino la ruota posteriore piena &egrave; stata fatta artigianalmente. Ma non sar&agrave; l&rsquo;unica special che esporremo a Motor Bike Expo. Ci saranno anche un bel po&rsquo; dei progetti che hanno raccolto premi in giro per il mondo negli anni passati&rdquo;. WILD HOG presenter&agrave; la special realizzata insieme a Terence Hill e che porta il suo nome: un nuovo modello di H-D Deluxe 2020 denominato appunto &ldquo;Terence Hill&rdquo;. La moto &egrave; realizzata in collaborazione con HD Motorfan di Riccione, &egrave; disegnata dalla stessa Wild Hog (che produce la linea di accessori griffati dall&rsquo;attore) ed &egrave; totalmente approvata dall&rsquo;attore, che si occupa anche di firmare uno ad uno i pezzi prodotti, numerati ed autentificati. Base Softail Deluxe 2020, con particolari come la sella tipo cavallo, le bisacce con accessori come corda e borraccia e le finiture in argento, tutti componenti ben visibili nel film &ldquo;Il mio nome &egrave; Tomas&rdquo;, in cui Terence Hill torna ad interpretare la parte di un cow-boy, ma in moto. MR MARTINI - Arrivano indiscrezioni da Mr Martini. Il suo stand a MBE 2020 rappresenter&agrave; l&rsquo;Arena, simbolo nel mondo della &ldquo;sua&rdquo; Verona. Anteprima assoluta per la sua ultima opera, ART-eria, special bike su base Triumph. Oltre a lei, anche la &ldquo;Venticinque&rdquo; e ad altre raffinate special dell&rsquo;atelier che festeggia quest&rsquo;anno il venticinquesimo anno d&rsquo;attivit&agrave;; segnando, di fatto, un pezzo di storia delle moto customizzate. DAINESE - Double Experience &egrave; l&rsquo;opportunit&agrave; offerta da MBE e Dainese agli appassionati pi&ugrave; esigenti che potranno visitare nella stessa giornata sia il salone sia il nuovissimo DAR, Dainese ARchivio di Vicenza, senza costi aggiuntivi e con una serie di servizi davvero vantaggiosi. Venerd&igrave; 17 e sabato 18 gennaio, alle ore 9.00, un transfer partir&agrave; dall&rsquo;ingresso di Veronafiere e accompagner&agrave; i visitatori a Vicenza per visitare il Dainese Store ed il DAR. Una volta conclusa l&rsquo;esperienza, attorno alle 12.00, lo stesso bus riporter&agrave; a MBE i partecipanti, a quel punto liberi di visitare il salone fino alle 19.00. Il Dainese ARchivio &egrave; un&rsquo;esposizione permanente che presenta le idee, le innovazioni, le persone e i progetti dai quali hanno preso vita i prodotti che hanno reso Dainese un marchio conosciuto in tutto il mondo. L&rsquo;esposizione prende vita grazie al racconto dei protagonisti delle sue storie, &egrave; un luogo dove poter ammirare le tute dei piloti che hanno segnato le epoche del motociclismo, l&rsquo;abbigliamento tecnico degli atleti olimpici, soluzioni per gli astronauti delle missioni aerospaziali. Sar&agrave; possibile provare anche la tecnologia D-air grazie ad una vera e propria simulazione di attivazione del sistema airbag Dainese, utilizzato dai campioni della MotoGP. Dainese Archivio &egrave; una raccolta in 20 sezioni, ognuna con i propri protagonisti indiscussi. Dainese sar&agrave; presente in fiera al Pad. 6, Stand 7AD. LS2 HELMETS &egrave; presente per il secondo anno consecutivo a MBE con la gamma completa dei prodotti 2020. Nuovi caschi, una nuova linea di abbigliamento tecnico e la prima collezione di guanti. In esposizione i nuovi modelli per i settori Urban Commuter e Road Touring. Dopo il successo della prima collezione, LS2 completa la gamma con cinque nuovi capi di abbigliamento dedicati ai mondi sport touring, touring e urban, con materiali dall'elevata qualit&agrave; per garantire al motociclista sicurezza e libert&agrave; nei movimenti. Assoluta novit&agrave; la collezione composta da nove modelli di guanti sia per l&rsquo;uso invernale sia per quello estivo. Info utili Orario di apertura al pubblico: ore 9:00 &ndash; 19:00 Biglietto di ingresso: intero online 18 &euro; intero ai botteghini di Veronafiere 20 &euro; abbonamento per le quattro giornate 60 &euro; under 14 ingresso gratuito ingresso ridotto per possessori riduzione MBE 2020, ragazzi da 14 a 17 anni e tesserati HOG / FMI 15 &euro;       

La nuova edizione della kermesse veronese ai blocchi di partenza: tante le anteprime, ma non mancheranno show e iniziative che saranno protagoniste a Veronafiere tra meno di un mese

MBE 2020, si parte il 16 gennaio: novità e informazioni

        Le selezioni per il team italiano (composto da tre piloti) del GS Trophy 2020 sono avvenute lo scorso luglio. L'evento si svolge ogni due anni nei luoghi pi&ugrave; ameni del nostro pianeta ed &egrave; giunto alla settima edizione. Si terr&agrave; in Nuova Zelanda, posto ideale per un rally cos&igrave; sui generis: non si tratta di una gara tradizionale ma di un&rsquo;esperienza che mira allo spirito di gruppo tramite diverse prove di abilit&agrave;, alla guida ma non solo&hellip; Due le novit&agrave; introdotte con l'edizione 2020: la prima riguarda il percorso, non pi&ugrave; ad anello ma un vero e proprio itinerario, l'altra sar&agrave; l'utilizzo della BMW F 850 GS in luogo della R 1200 GS utilizzata nelle ultime tre tappe. Ma dove si sono svolte le edizioni precedenti? Ecco una breve panoramica. 2008 &ndash; Tunisia Il team statunitense ha conquistato la prima edizione del BMW GS Trophy in Tunisia. Il raid nel deserto tunisino si &egrave; concluso dopo 1.900 km con tutti i 30 partecipanti (provenienti da 5 nazioni) sani e salvi. I piloti erano in sella alla BMW F 800 GS la cui preparazione era curata direttamente dall'organizzazione. Le nazioni partecipanti erano l'Italia, la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti e il Giappone. Per gli italiani il Raid &egrave; partito da Milano alla volta di Genova dove si sono imbarcati per Tunisi. In Nord Africa si sono sfidati lungo un percorso decisamente impegnativo: da Kairoun passando per Ksar Ghilane, Tembain, Zaafrane e Port el Kantaoui, per rientrare poi a Tunisi. Durante i dieci giorni, i team hanno imparato a orientarsi affrontando sabbia, dune, rocce, montagne e perfino un lago salato. Incidenti? Nemmeno uno&hellip; 2010 &ndash; Sudafrica  La squadra inglese ha conquistato la vittoria della seconda edizione del GS Trophy che si &egrave; svolta in Sudafrica. Al secondo posto si &egrave; classificata proprio la squadra Sudafricana, al terzo posto invece la Scandinavia. Per raccontare lo spirito del viaggio basta un aneddoto: durante la sesta giornata il trofeo si &egrave; dovuto fermare dopo soltanto dieci chilometri per via di alcuni elefanti della riserva Phinda. Nascosti dagli alberi, hanno sorpreso il primo team che &egrave; dovuto scappare davanti a un elefante maschio, intento a proteggere il suo branco: ha stoicamente presidiato la pista prima di portare via i suoi pargoli. Indiana Jones avrebbe saputo cosa fare&hellip; 2012 &ndash; Patagonia  Il BMW Motorrad GS Trophy 2012 si &egrave; svolto in Sud America, pi&ugrave; precisamente nella splendida Patagonia. Rispetto alle prime due edizioni &egrave; stata decisamente pi&ugrave; affollata: ha riunito 15 team in rappresentanza di 19 nazioni per un&rsquo;avventura di 2.000 chilometri in sette giorni attraverso gli altipiani delle Ande e le terre di confine tra Argentina e Cile. Percorrendo terreni che a volte non erano altro che veloci piste di terra battuta, i piloti si sono imbattuti in nuvole di ceneri vulcaniche, passando dal caldo torrido dei deserti alle piogge tropicali, attanagliati dal freddo dell&rsquo;aria montana. Il team italiano &egrave; stato abbastanza competitivo. Non ha vinto neanche una prova, ma ha sempre inseguito le prime posizioni, soprattutto durante le prove speciali nei fiumi con i gommoni (ecco perch&eacute; sono stati ironicamente soprannominati &ldquo;i Navy Seals del GS Trophy&rdquo;). 2014 &ndash; Canada  Dopo dettagliate ricerche per trovare il percorso pi&ugrave; affascinante, la scelta finale per la quarta edizione &egrave; caduta sulle province della British Columbia e Alberta, nel Canada occidentale. I partecipanti hanno quindi dato prova delle loro abilit&agrave; tra Vancouver e Calgary, attraversando anche le Montagne Rocciose. Ed &egrave; stato l&rsquo;anno della svolta: i concorrenti hanno corso (anche se non si tratta di una gara, &egrave; bene ricordarlo&hellip;) in sella alla R 1200 GS, la prima GS boxer a partecipare a questa competizione. In pi&ugrave;, &egrave; stato introdotto un concorso fotografico interattivo: i team stessi devono scattare foto in ogni momento della propria avventura. Concluso il trofeo, ciascun team presenta la sua miglior foto, che viene votata e inserita nel punteggio finale. Alla fine ha trionfato il team CEEU (Europa centro-est). A quanto dichiarano non sono mancati incontri ravvicinati con animali locali, tra cui un orso piuttosto vivace&hellip; 2016 &ndash; Thailandia  Il sud-est asiatico ha fatto da palcoscenico alla quinta edizione del GS Trophy, in particolare la Thailandia con le sue spiagge da sogno. Ma di spiagge, i concorrenti ne hanno viste ben poche: per lo pi&ugrave; foreste pluviali inondate di tonnellate di fango. Questa volta il team Sudafricano &egrave; riuscito a strappare la vittoria, imponendosi per pochi punti solamente all&rsquo;ultima giornata grazie a una prova di equilibrio in sella. Quest&rsquo;edizione ha introdotto anche i team femminili per la prima volta nel GS Trophy. 2018 &ndash; Mongolia  L&rsquo;ultima edizione finora disputata (la sesta) del GS Trophy si &egrave; svolta in Mongola, in Asia Centrale. Dalle umide foreste pluviali della Thailandia si &egrave; passati ai deserti, alle montagne e alle steppe che caratterizzano la Mongolia, paese considerato una destinazione da sogno per tutti i motociclisti amanti dell&rsquo;avventura. Offre paesaggi spettacolari in una landa molto vasta, conosciuta per le sue condizioni climatiche estreme e abitata da una popolazione spesso nomade per via dell&rsquo;ambiente ostile. E per la seconda volta (consecutiva) il team Sudafricano si &egrave; imposto su tutti, questa volta con un certo distacco. Particolarit&agrave; di questa edizione &egrave; stata l&rsquo;introduzione della prova &ldquo;MonsterTrial&rdquo;, un percorso quasi trialistico che ha richiesto ottime doti di equilibrio e controllo del mezzo.       

Si avvicina sempre pi&ugrave; la settima edizione del GS Trophy (inizio febbraio 2020), che si svolger&agrave; in Nuova Zelanda. Ecco dove e come si sono svolte le edizioni precedenti.

GS Trophy, un po’ di storia

La rincorsa al&nbsp;BMW International GS Trophy 2020&nbsp;&egrave; ufficialmente iniziata. L&#39;evento, che si svolge ogni due anni nei luoghi pi&ugrave; remoti e incontaminati del nostro pianeta, &egrave; alla sua settima edizione: dopo Tunisia, Sudafrica, Patagonia, Canada, Thailandia e, nel 2018, Mongolia, per il prossimo anno la scelta &egrave; caduta&nbsp;sulla remota Nuova Zelanda&nbsp;dove una ventina di equipaggi, composti da tre piloti ciascuno, in rappresentanza di altrettante nazioni, si sfideranno&nbsp;in una serie di prove (di guida e non...) per stabilire chi &egrave; il team pi&ugrave; forte, resistente, abile ed affiatato.    COME DA TRADIZIONE&nbsp;non si tratta di un rally tradizionale, incentrato sulla sfida al cronometro, ma di una esperienza che tende a mettere in risalto lo spirito di gruppo e la preparazione dei partecipanti, sia quella pratica nella guida e in impegnative prove di abilit&agrave;, sia quella teorica in differenti discipline.&nbsp;Perch&eacute; il GS Trophy, che si svolger&agrave; dal 9 al 16 febbraio del 2020, &egrave; soprattutto una sfida con s&eacute; stessi e con gli elementi della natura, su terreni estremamente difficili da affrontare. Due le importanti novit&agrave; che verranno introdotte con l&#39;edizione 2020: la prima riguarda&nbsp;il percorso&nbsp;che non sar&agrave; pi&ugrave; ad anello ma si svilupper&agrave; come un viaggio. L&#39;altra sar&agrave; l&#39;utilizzo della&nbsp;BMW F 850 GS, introdotta nel mercato nel 2018, al posto della R 1200 GS usata nelle ultime tre edizioni.  Definita la squadra per il prossimo BMW Motorrad GS Trophy  NON &Egrave; TUTTO FACILE PER&Ograve;&nbsp;per gli aspiranti &ldquo;esploratori&rdquo;, perch&eacute; occorre innanzitutto superare le selezioni che si svolgeranno nelle singole nazioni partecipanti gi&agrave; quest&#39;anno e che decreteranno i tre componenti del team.Quelle italiane&nbsp;si svolgeranno il prossimo 10 e 11 luglio in provincia di Piacenza: per iscriversi ed affrontare la temibile &ldquo;due giorni&rdquo; e le prove d&#39;ingresso occorre collegarsi al sito ufficiale della casa (www.bmw-motorrad.it), entrare nella sezione dedicata e compilare il form on-line. Il livello di preparazione richiesta &egrave; di un certo spessore, cos&igrave; come i test psicoattitudinali, pratici e di guida a cui gli aspiranti verranno sottoposti.&nbsp;Se pensate di essere all&#39;altezza&nbsp;non vi resta che provarci! 

E&#39; la Nuova Zelanda la destinazione scelta per la settima edizione del BMW GS Trophy che partir&agrave; il prossimo febbraio 2020. Al via le selezioni nazionali che decreteranno i tre membri del team Italiano. Sul sito BMW Motorrad il form per iscriversi

BMW GS Trophy 2020: ecco come partecipare

Stagione 3 - Episodio 7. &quot;Con i consigli di Edi Orioli, in teoria &egrave; tutto facile. In pratica, lui ha vinto quattro Dakar... io no!&quot;.

Motosprint - The Test di Riccardo Piergentili: BMW R 1200 GS Rallye

&Egrave; il momento delle moto classiche. O postmoderne. O heritage&hellip; Comunque le si voglia chiamare, si tratta di moto essenziali, che guardano al passato con contenuti modernissimi, e sono facilmente personalizzabili. Cos&igrave; la copertina di In Moto di marzo &egrave; dedicata alla Yamaha XSR 900 (stupenda nella colorazione giallo-nero), seguita a ruota dalla Ducati Scrambler Sixty2, la sorella minore della apprezzata Scrambler. Leggete i due Primi Piani per vedere come sono fatte e sapere come vanno.  Oltre a queste, sono davvero numerose le novit&agrave; che stanno per arrivare sul mercato, e che abbiamo testato su In Moto: dalla Ducati XDiavel S alla nuova MV Agusta Brutale 800, dall'elettrica Energica Eva alla Harley-Davidson Fat Boy S&hellip; E tante ancora arriveranno a breve.  Capitolo prove: se la regina del mercato di questo inizio 2016 &egrave; la Honda Africa Twin, noi l'abbiamo provata approfonditamente, mettendola a confronto con la best seller di questi ultimi anni, la BMW R 1200 GS. Una sfida sicuramente anomala, ma molto interessante, alla quale abbiamo dedicato pi&ugrave; pagine del consueto, perch&eacute; due moto cos&igrave; lo meritano senz'altro.  Nella sezione Viaggi, prosegue il progetto Planet Explorer, giunto alla settima puntata, in Vietnam, che viene visitato a bordo di una Vespa Primavera. Consigli di viaggio per andare sull'Argentario, sul Lago di Como, reportage dalla Sardegna e dall'Elefantentreffen&hellip; Come sempre In Moto dedica pagine per i viaggiatori a tutto tondo. E a proposito di viaggi, si sono aperte le iscrizioni per il nostro terzo raid in Sardegna, a cui potete partecipare anche voi, dal 28 maggio al 5 giugno. Trovate le informazioni anche sul banner in questo sito.  Nella parte dedicata alle moto d'epoca, una bella Kawasaki 350 Avenger, le moto del Motorcycle Heritage FMI e la mostra Vespa a Ferrara, mentre tra le &ldquo;special&rdquo; trovate il reportage dello scorso Motor Bike Expo di Verona.  Bellissima e intensa l'intervista al personaggio di questo mese, Franco Acerbis, una vera icona del nostro mondo. E c'&egrave; tanto altro: i pneumatici Anlas, una Benelli TNT esplosiva e le rubriche del MondoMoto.  Non perdete In Moto numero 3, dal 25 febbraio in edicola.

Yamaha XSR 900, Ducati Scrambler Sixty2, Ducati XDiavel S, Honda Africa Twin, BMW R 1200 GS&hellip; test e prove da non perdere

In Moto 3 in edicola

MOTOGP: MARQUEZ NELLA LEGGENDA  MOTOGP: DALL&rsquo;IGNA E LA NUOVA DUCATI  DA AGO A VALE: 1973, OTTAVO FASCICOLO  SBK: GIOCO DI SQUADRA ANCHE A MAGNY COURS?  CROSS: CAIROLI FA FESTA A PATTI  STORIE DI MOTO: HAPPY DAYS, L&rsquo;INGANNO DI FONZIE  COMPARATIVA: BMW R 1200 GS CONTRO R 1000 GS ADVENTURE  LE RUBRICHE  LETTERE DEL DIRETTORE  IN OFFICINA  POLVERE DI STELLE  CONTROMANO  USA TODAY  QUI GIAPPONE  DONNE E MOTORI  VIA COL VENTO  RACCONTACI UNA STORIA  SEMBRA IERI

Tutto il GP Giappone che non avete visto in TV in edicola dal 14 ottobre

Qualit&agrave; oro su Motosprint in edicola

CORDOBA (SPAGNA) &ndash; La vera novit&agrave; si chiama R 1200 RT, che, proprio come aveva fatto la R 1200 GS lo scorso anno, abbandona il bicilindrico boxer raffreddato ad aria ed olio per passare alla versione raffreddata ad aria e liquido. Inoltre, ora, intorno al propulsore c'&egrave; un telaio in tubi di acciaio che collegano il cannotto di sterzo con la zona del perno forcellone. Senza dimenticare il design, inedito, con i gruppi ottici che si ispirano chiaramente a quelli dell'ammiraglia K 1600 GT.  La R 1200 GS Adventure, invece, pu&ograve; essere definita un'evoluzione in chiave &ldquo;lusso&rdquo; della versione standard. Di fatto le modifiche sono numerose: sospensioni con maggiore escursione (+ 20 millimetri, sia all'avantreno, sia al retrotreno, serbatoio da 30 litri in alluminio, che sostituisce quello da 20 litri, ed un albero motore pi&ugrave; pesante di circa 900 grammi, che assicura un'erogazione pi&ugrave; fluida ed una risposta al gas pi&ugrave; progressiva.  Sulla R 1200 RT c'&egrave; lo stesso componente, abbinato ad un rotore magnetico dell&rsquo;alternatore ed a masse di bilanciamento che complessivamente pesano 800 grammi in pi&ugrave; di quelle utilizzate sui motori delle cugine crossover. Il propulsore della R 1200 RT ha ritrovato quelle doti touring che le unit&agrave; montate sulle GS e GS Adventure avevano in parte perso, senza rinunciare all'emozionalit&agrave; tipica del bicilindrico boxer raffreddato ad aria e liquido. Ciclisticamente la GT bavarese mette in mostra una incredibile stabilit&agrave; e per questo trasmette tanto feeling nei tratti medio-veloci. Purtroppo, per&ograve;, a bassa velocit&agrave; l'avantreno risulta un po' pesante.  La R 1200 GS Adventure, invece, ha proprio nelle ciclistica il suo punto di forza. &Egrave; maneggevole quanto basta da non risultare instabile, nella guida al limite ha un sottosterzo contenuto, &egrave; versatile e soprattutto &egrave; tanto, tanto confortevole. Il propulsore ha un'erogazione un filo aggressiva, se si utilizza la mappatura dynamic, per&ograve;, nel misto stretto ed in condizioni di scarsa aderenza, con questa configurazione la moto risulta pi&ugrave; guidabile rispetto alla versione standard.  Sul prossimo numero di Motosprint, che sar&agrave; in edicola da marted&igrave; 11 febbraio, troverete il resoconto completo del test, che include l'analisi tecnica ed il confronto tra le varie configurazioni del bicilindrico boxer raffreddato ad aria e liquido.  Riccardo Piergentili 

Due interpretazioni del concetto di turismo. La RT ha un motore eccezionale; la GS Adventure una ciclistica equilibrata

BMW R 1200 RT e R 1200 GS Adventure

BMW R 1200 GS Adventure

BMW R 1200 GS

  L'Alpen Master &egrave; ormai un classico delle prove europee su strada e quest'anno &egrave; arrivato all'ottava edizione. Comprende varie riviste di tutta Europa, risultando uno dei pi&ugrave; interessanti test a cui partecipare, grazie al notevole numero di moto da provare e ai numerosi tester stranieri con cui scambiare pareri. Non capita infatti tutti i giorni di avere a disposizione 21 tra i migliori e pi&ugrave; attuali modelli di moto, potendo scendere e salire da uno all'altro per confrontarne immediatamente pregi e difetti. Quest&rsquo;anno abbiamo deciso di tornare all&rsquo;Alpen Master dopo aver partecipato alle edizioni dal 2006 al 2009, e siamo stati molto contenti della scelta. Probabilmente ad alcuni appare una comparativa poco sensata, ma dopo la nostra prima partecipazione avevamo davvero voglia di ripetere l&rsquo;esperienza.  Queste le moto partecipanti:  Funbike Aprilia Dorsoduro 1200 Husqvarna 900 Nuda Kawasaki Versys 1000 KTM 690 Duke  Naked Ducati Streetfighter 848 KTM 990 Superduke R Moto Morini Corsaro Triumph Speet Triple R  Enduro stradali  Honda Crosstourer Moto Guzzi Stelvio 8V Suzuki V-Strom 650 Triumph Tiger Explorer  Medie stradali BMW F 800 R Honda NC 700 S Kawasaki ER-6n Yamaha TMax  Sportive Bimota DB9 BMW S 1000 RR Ducati 1199 Panigale Kawasaki ZZR 1400  Vincitrice 2011 BMW R 1200 GS      Prosegui la lettura su In Moto n. 9, ora in edicola.  

Alpen Master 2012

      GIARRE - Un tour sulle tortuose strade dell&rsquo;Etna, su asfalto ed in off road. Un confronto tre le migliori crossover del mercato (quelle con cerchi anteriori da 19&rdquo;); una verifica delle loro reali potenzialit&agrave; in fuoristrada.  Un test per capire se la R 1200 GS &egrave; ancora la regina della categoria, se la V4 Honda con trasmissione DCT rappresenta il futuro e se la versione Worldcrosser della Super T&eacute;n&eacute;r&eacute; &egrave; davvero la scelta migliore per chi ama frequentare le strade sterrate con queste grosse moto, che, come pensavamo, hanno dimostrato di essere delle interessanti varianti delle classiche gran turismo. Un sistema diverso, e pi&ugrave; versatile, di viaggiare.  Sul prossimo numero di motosprint (32/33), che rester&agrave; in edicola per due settimane, troverete un ampio servizio dedicato alle crossover di BMW, Honda e Yamaha.      Riccardo Piergentili  

BMW R 1200 GS, Honda Crosstourer DCT e Yamaha Super T&eacute;n&eacute;r&eacute; Worldcrosser

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